SEZIONE PRIMAVERA

SERVIZIO EDUCATIVO DESTINATO AI BAMBINI DI ETÀ COMPRESA TRA I 24 E I 36 MESI 

 

Motivazioni pedagogiche e finalità educative

Le ragioni che hanno indotto la scuola “Baby College” Nido e Infanzia Paritaria ad attivare un Progetto di sperimentazione sulle Sezioni Primavera sono riconducibili sostanzialmente a due obiettivi di fondo, uno di natura sociale, per rispondere alle pressanti richieste delle famiglie del nostro territori; l’altro con caratteristiche più precise, di natura psicopedagogica. Da un lato, quindi, il tentativo di organizzare all’interno della scuola spazi formativi strutturati, attuando, così, una politica dei servizi per i bambini più piccoli, dai 2 ai 3 anni, che consenta di superare le vistose carenze presenti nel nostro territorio in questo settore, sia sul piano quantitativo che qualitativo. Dall’altro organizzare un ambiente educativo di apprendimento che vada ad integrare e che sia di supporto a quello della famiglia.
Tale servizio si reputa quanto mai opportuno se si considera chele giovani coppie che vivono in questo territorio, situato al di fuori del centro urbano (Roma), sono costrette ogni mattina al fenomeno del pendolarismo, dilatando così il tempo di lavoro e riducendo enormemente quello da dedicare alla cura e all’educazione dei loro figli.
Si assiste, infatti, nella nostra realtà territoriale, ad un’espansione sempre crescente della richiesta di soluzioni e di servizi educativi per i loro figli. Le Classi Primavera rappresentano per queste famiglie (come detto, la stragrande maggioranza pendolari), una soluzione di cura con finalità educative dichiarate, un luogo capace di offrire ai propri figli un ambiente stimolante ed adeguato alle loro esigenze di crescita e una sede di sostegno alle proprie competenze genitoriali.
Oltre alle motivazioni sociali di cui sopra, che inducono a sostenere la validità di tale sperimentazione, è opportuno considerare anche le ragioni di ordine psico-pedagogico, consci del fatto che nei primi annui di vita si realizzano i processi fondamentali per lo sviluppo umano.
Innanzitutto il bambino compreso in questa fascia di età, di due-tre anni, è spinto da un impulso interiore all’attività e attirato dall’attrazione di nuovi stimoli nell’ambiente che lo circonda; da un bisogno di ottenere la padronanza sul proprio corpo e di esplorare il proprio ambiente.
E’ la fase in cui il bambino si sta distaccando dalla sua esistenza simbiotica con la madre e stabilisce dei confini tra se stesso e la madre, confini fisici e nello stesso tempo tali da fargli acquisire il senso di poter fare le cose in quanto individuo separato e incominciare a prendersi cura di sé. Deve imparare a padroneggiare se stesso e il proprio ambiente. Deve imparare a mettersi in relazione con gli altri mediante esperienze che egli fa entrando in contatto con nuovi luoghi e nuove persone e la presenza di altri bambini non è che uno stimolo a conoscere il mondo che lo circonda.
Egli da principio può considerarli semplicemente come oggetti da esplorare, e li tocca, li accarezza e li spinge. Più tardi si impegnerà con loro in un gioco parallelo nel quale due o più giocano alla stessa cosa, ma ancora non l’uno con l’altro. La presenza continua di altri bambini della stessa età è importante, in quanto attraverso le attività con altri bambini egli apprende il suo ruolo di bambino, acquista una nuova prospettiva di sè, e alla fine incomincia a vedere se stesso con gli occhi degli altri bambini, il che è un fatto molto diverso dal vedersi soltanto come bambino in un mondo adulto in cui è piccolo,relativamente indifeso, e non all’altezza di ciò che gli altri possono compiere.
Uscire dai confini della casa, dove è il centro dell’attenzione ed entrare nel mondo con gli altri non farà che anticipare quel processo di socializzazione che lo porterà ad affermare se stesso e ad acquisire quella fiducia di base, che lo porterà in seguito ad instaurare rapporti positivi con gli altri. Il bambino che espande rapidamente il campo delle sue attività e la sua conoscenza del mondo, deve imparare ciò che è permesso e ciò che è proibito, ciò che piace e ciò che dispiace ai genitori e agli adulti; attraverso la limitazione delle sue pulsioni e dei suoi desideri il bambino impara a diventare una creatura sociale.

Si rimanda al Cronoprogramma che viene consegnato ad ognuno nella riunione organizzativa e scaricabile qui.

In questa sezione è possibile consultare il Menù Settimanale Sezione Primavera e scaricarlo qui.

Questo è il periodo in cui il bambino impara ad usare il linguaggio. Attraverso l’interazione con le persone acquisisce un complesso sistema di suoni, significati e sintassi. Nell’apprendere il linguaggio, il bambino non impara soltanto a comunicare verbalmente, ma assimila anche il sistema dei significati della cultura, insieme con i suoi modi di pensare e di ragionare. Il bambino deve sviluppare in questo periodo una fiducia nell’utilità e nell’attendibilità della comunicazione verbale e quindi una fiducia nel valore della razionalità. Deve imparare a decidere da solo. E non può maturare, se c’è sempre qualcuno che decide per lui.
Affinché il bambino, quindi, acquisisca la facilità di linguaggio, essenziale per lo sviluppo di una buona intelligenza, è necessario che accanto all’opera empatica della famiglia, e in particolare della madre, che sa interpretare le primitive parole del bambino, i suoi bisogni e i suoi desideri si affianchi il lavoro di una figura professionale che comprenda i processi del suo pensiero e sappia adattare l’insegnamento alle possibilità cognitive del bambino e avviarlo gradualmente all’acquisizione di parole e al ragionamento.
A quest’età il bambino assimila un vocabolario abbastanza ampio e giuste forme sintattiche, impara la capacità di usare il linguaggio che permetterà al bambino di comunicare verbalmente i suoi bisogni e i suoi desideri: l’interazione con altri bambini non può che facilitare questo processo di assimilazione.
In questo periodo, tra le capacità motorie e linguistiche del bambino si è stabilito un equilibrio relativamente buono, egli è pronto liberare la sua attenzione e le sue energie per l’investimento al di la della famiglia e per l’apprendimento; è la fase critica del finale raggiungimento dell’autonomia; è pronto a trovare il suo posto quale membro della famiglia e della società.

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